
E’ partita “alla grande” la decima stagione parassitaria
Si è aperta ufficialmente, ieri sera, la decima stagione parassitaria. Nel segno di una tradizione che continua ormai ininterrottamente da oltre nove anni, il Clan dei Parassiti ha dato il via a una nuova, entusiasmante avventura. La Cena Rituale d’Apertura si è svolta a Trapani, presso il “Club della Cotoletta” dell’amico Salvatore Candia. Che ci aveva già ospitato esattamente due anni addietro. Immersi nella consueta atmosfera casereccia, diciassette parassiti, tra cui ha spiccato l’illuminante presenza del Nigno Capostipite, hanno potuto gustare le prelibate pietanze preparate con passione dal padrone di casa. E presentate, una dopo l’altra, in bella vista sulla tavola.
Serata metereologicamente ideale, puntualità apprezzabile e senza macchia, organizzazione ancora una volta senza sbavature. A testimonianza di una crescita dell’intero gruppo ormai arrivata a maturazione. Sincronismi quindi quasi perfetti, con l’eccezione che conferma la regola: Trombolo infatti si era un po’ perso, ma è riuscito ad aggregarsi in tempo utile per l’inizio dell’abbuffata. L’esecuzione dell’Inno ha dato il via all’evento e alla stagione: da constatare come molti dei Parassiti abbiano “rifiutato” il testo scritto, evidenziando orgogliosamente di conoscerne ormai le parole a memoria.
Salvatore, tra l’altro, aveva già fatto trovare a tavola i vassoi con gli antipasti: primo sale, mortadella e salsiccia “pasqualora”. Il tutto tagliato a tocchetti, invitanti e appetitosi. I Parassiti, si sa, sono un branco di lupi famelici. Così quando il nostro amico ha adagiato i vassoi col bollito e l’insalata di patate e cipolle, da consumare in seguito tra i secondi, la fame ha avuto la meglio. Il saporito secondo è diventato antipasto. “Tanto tutto s’immischia”, ha mormorato qualcuno tra i bocconi. Lo stupito Salvatore ha accettato la variazione sul tema e rilanciato, subito dopo, con le caserecce al macco di fave, guarnite di salsiccia. La cena, a quel punto, è entrata nel vivo. Con il solito, inappagabile show di Vivalatopa, i bicchieri di “Pilocchio” e i commenti sulle specialità gastronomiche.
Dopo la pasta, come annunciato, ecco che ha fatto apparizione per la prima volta in una cena parassitaria il risotto. Chi magari nutriva qualche dubbio è rimasto subito spiazzato dalla bontà del piatto: risotto con funghi porcini nostrani, raccolti all’uopo. Il profumo dei boschi nostrani si è magicamente trasformato in sapore. Emanando fragranze dimenticate. Poi, con le pance ormai satolle dall’abbondanza delle portate, Salvatore ha “timidamente” chiesto di poter lanciare nella mischia le polpette di carne. Fritte, all’aroma d’aglio. Qualche istantanea titubanza, dovuta alla sazietà, e poi il coraggioso e indomito “si”, da parte di tutto il Clan. Ottime infatti le polpette, della “nonna” definite dal padrone di casa secondo l’antica, originale ricetta degli avi. E quando la tempesta sembrava passata ecco il colpo di coda a sorpresa: la trippa alla parmigiana. Ci hanno provato i Parassiti, finché hanno avuto “stomaco”. Ma sono crollati alla distanza. Per la prima e, si spera, unica volta. La bontà della trippa ha lasciato tutti senza fiato.
Prima del dolce finale, tra bottiglie di coca-cola che si alternavano al Pilocchio e all’acqua con le bollicine nonché a una bottiglia di “mandarino verde di Sicilia”, gasato anch’esso, si è usciti nel vicolo per la foto di gruppo. Rituale atteso e benedetto dalla presenza di Salvatore Candia in mezzo a noi. E’ stata la ragazza del locale di fronte, comparso dal quel muro che due anni prima aveva benedetto la rarissima foto dei “culi di fuori”, a scattarla. Tra i sorrisi degli avventori seduti ai tavolini, ai quali è stato distribuito il nostro biglietto da visita. Visto che la curiosità va sempre appagata prima che diventi inquieta.
A concludere la serata i cannoli scomposti. In un mare di ricotta squisitamente grezza. Un successo insomma, per partecipazione e gastronomia. Un esaltante esaltazione di gusti e goliardia.
Adesso il collimatore inquadra la Cena degli Auguri. In dicembre. Non escludendo comunque qualche improvvisata intermedia. Un grazie quindi a Salvatore, splendido cerimoniere e architetto culinario.