
Prima cena estiva celebrata con successo
In un’atmosfera suggestiva, impreziosita dalla quiete e dall’assenza di vento, il Clan dei Parassiti è tornato a celebrare una cena estiva presso la residenza di Volaoscar, il nostro sfavillante Gran Cerimoniere. Tutto era stato preparato nel migliore dei modi e nel migliore dei modi è riuscito. La magia del fuoco e delle braci, unita al tocco culinario del Calabrise, che ha ancora una volta gestito i fornelli a modo suo, ha fatto sì che alle sensazioni si unisse la sostanza. E nonostante la mancanza di energia elettrica per una buona ventina di minuti, che tra l’altro ha creato un’affascinante miscuglio di mistero e controluce, oltre a un silenzio tutto da godere, le cose sono andate davvero per il meglio.
Quindici Parassiti più due ospiti – Salvatore e Fabio – che già avevano preso parte al Convivio Parassitario, hanno potuto così godere dei piaceri mangerecci della serata, capaci di forgiare sensazioni uniche. Nella tradizionale divisa estiva, con la t-shirt di rito indossata quando già si pensa al rinnovo del vestiario che appare ormai imminente, il Clan ha ricalcato le orme delle cene rituali. Così, prima di iniziare i bagordi, si sono levate al cielo notturno le note dell’Inno. E il momento è stato immortalato in un video che è già leggenda, visto che per la prima volta le ugole si sono unite in squadra piuttosto che in piedi, attorno a un tavolo. Quindi la foto di gruppo ha aperto la strada ai palati.
Il Calabrise si è tuffato sui fornelli e ha iniziato a preparare la sua “puttanesca”, condita secondo la ricetta “du zì Nardino”, che poi altri non era che suo padre. Una ricetta antica, di cui non sveliamo i segreti che il nostro Piero fa bene a tenere per sé. D’altronde quello che a noi importa è il risultato, che come sempre è stato notevole e apprezzato da tutti con il solito entusiasmo. Spaghetti e tocco magico, ecco il segreto.
Terminata la spaghettata, si è dato fuoco alle polveri. O meglio, alle braci. Il Figghiozzo, vero deus ex machina della situazione, con l’appoggio del suo maestro – o allievo? – Ibbiddinisi, ha iniziato a gestire la preparazione della carne: salsiccia, che il Figghiozzo aveva prima aperto in due con il coltello, all’emiliana e angus, spesso e morbido, da fare a pezzetti dopo la cottura.
La consumazione della carne, si sa, è un rito. Lento e appagante. Così salsiccia e angus, ancora caldo, andavanono e venivano dalle braci alla tavole in maniera continua. Fino a che le voraci bocche dei Parassiti non hanno detto basta. Un rito che ha deliziato i presenti per almeno un’ora abbondante, così come abbondante è stata la quantità preparata.
Per togliere il sapore di sazietà sono arrivati alla fine i gelati, tronchetti alla nocciola offerti dalla Sigel, come sempre preferita a tutte le altre marche. Sembrava finita e invece no. Mentre molti Parassiti ne approfittavano per sfogliare il secondo volume dell’Album Fotografico Parassitario, ecco che, come accade tutte quelle volte in cui l’atmosfera raggiunge un certo livello di magia, per la quarta volta è stata lanciata l’idea della foto con “i culi di fuori”. Alla quale hanno partecipato ben sei Parassiti. Regalando alla serata quel senso in più capace di affiggerla per sempre nella memoria e nella leggenda. Un vero e proprio marchio d’autore.
Chiaramente la foto “dei culi di fuori” quarta edizione non potrete mai trovarla in questi articoli, ma potrete ammirarle nel prossimo album, quando sarà stampato. Ma ci piace darvi una chicca: grazie alla “spraticità” di qualcuno nell’uso della macchina fotografica, oltre alle originali – per le quali ringraziamo il nostro Buio, che invece le foto le scatta con estrema e professionale perizia – è saltata fuori per la prima volta la sequenza di preparazione al momento topico. Grazie Cubano!!!! Mai deprimersi senza vedere il risultato.
E mentre è già in progetto la prossima cena estiva, ci piace, alla fine di questo articolo, sottolineare la maturazione definitiva del Clan: quando l’atmosfera diventa familiare vuol dire che il Clan è diventato la nostra casa.